Teatro

Carlo Campanini : non solo " una spalla ".

Carlo  Campanini : non solo " una spalla ".

Dopo avere ricordato il grande attore Walter Chiari , alcuni lettori mi hanno fatto notare come al suo fianco in molti sketch comparisse il simpatico faccione di un bravo attore dotato di grande misura , personalità e bontà espressiva. Era Carlo Campanini : di seguito ho riportato non la sua biografia ma solamente alcuni tratti fondamentali della sua ricca carriera artistica con l’obbiettivo di fare conoscere o tornare alla mente questo grande personaggio dello spettacolo italiano. Mi scuserete quindi per l’incompletezza . Carlo Campanini (Torino, 5 ottobre 1906 – Roma, 20 novembre 1984) è stato un attore italiano che tutti ricordano in particolare come “ spalla “ di Walter Chiari. L'imitazione dei fratelli De Rege (ricordate il famoso "Vieni avanti, cretino!") è rimasta ancor oggi nella memoria collettiva, poi lo sketch del "Sarchiapone", nato come breve intermezzo tra i numeri di avanspettacolo è divenuto un classico della comicità, riproposto in versioni sempre diverse e presentato più volte anche in televisione. Ma non solo . Carlo Campanini è stato un attore che dopo l’esordio giovanile in teatro ( ed anche come suonatore di corno e tenore ) dopo un lungo tirocinio in compagnie regionali e dopo un'esperienza in Argentina al seguito di una di queste compagnie, passa all'operetta e alla rivista e nel 1939 esordisce nel cinema con il divertente ruolo di un portalettere nel film Lo vedi come sei... lo vedi come sei? di Mario Mattòli, con Erminio Macario nel ruolo del protagonista. Nello stesso anno lavora con Assia Noris in Dora Nelson, una commedia del genere "telefoni bianchi". Per tutti gli anni quaranta Campanini interpreta una lunga serie di pellicole, fino a dieci in un anno, caratterizzando talvolta con esuberanza caricaturale, talvolta con misura, personaggi di secondo piano ma sempre ben riconoscibili: di solito è il comprimario ingenuo, di buon cuore, un po' imbranato e stravagante. Di questo periodo è da ricordare la sua interpretazione dello studente fuori corso in Addio giovinezza!, quella del bidello pasticcione, vittima degli scherzi delle studentesse in Ore 9: lezione di chimica, e i ruoli di "spalla" di Totò ne Il ratto delle Sabine e ne I due orfanelli, parodia del romanzo di D'Ennery e Cormon. Esibisce la sua voce tenorile in La vita è bella, film di Carlo Ludovico Bragaglia in cui recita (e canta) al fianco di Alberto Rabagliati e Anna Magnani, e in teatro imita Oliver Hardy in coppia con Carlo Dapporto, che imita invece Stan Laurel. Oltre che in commedie brillanti, Campanini recita anche in film drammatici: Le miserie del signor Travet (1945), il suo primo film da protagonista, e Il bandito (1946) in cui interpreta il ruolo del reduce amico di Amedeo Nazzari. Il film i I cadetti di Guascogna (1950, regia di Mario Mattòli) dove lavora per la prima volta con Walter Chiari è un momento particolare per la vita artistica di Carlo Campanini Tra i due si sviluppa un felice sodalizio, che proseguirà anche in teatro e in televisione . Si può forse affermare , anche se può sembrare irriverente , che sul piano personale questo incontro assume una importanza eccezionale come quello con Padre Pio che divenne per lui la guida spirituale di tutta la vita.. Negli anni cinquanta, Carlo Campanini continua a mietere consensi sia di pubblico che di critica, ma l'industria del cinema comincia a relegarlo sempre più in ruoli macchiettistici e in pellicole di genere. Trova così maggiore spazio nel nascente mezzo televisivo, sia come attore di commedie, sia come interprete di sketch in coppia con Walter Chiari, nella riproposta di situazioni e personaggi già felicemente sperimentati in teatro. Non mancano le partecipazioni agli spot di Carosello, in cui Campanini interpreta con Pina Renzi la coppia "Adalgisa e Gustavino" nella pubblicità di un'azienda vinicola, e il ruolo di primo testimonial di un celebre amaro "contro il logorio della vita moderna", ruolo che in seguito sarà affidato a Ferruccio De Ceresa e infine a Ernesto Calindri. Negli anni sessanta gli impegni cinematografici si fanno più rari e Campanini si dedica alla gestione di una compagnia teatrale piemontese, fino al definitivo ritiro nel 1981.